L’anno in cui Ama condusse il Super Bowl di Casa Italia
Parà-pa-pa-pa-pa-pà Parà-pa-pa-pa-pa-pà Parà-pa-pa-pa-pa-pà-pa-pa-pà Pa-ra-rà…
Con un po’ di musica sotto, il maestro Pippo Caruso che dirige l’orchestra ed il mitico Pippo Baudo sullo sfondo: cosa vi ricorda?
In una parola: Sanremo!
Ebbene sì, inizia questa sera per la settantesima volta il Festival della Canzone Italiana ed io, come succede da più di trent’anni a questa parte, non ci sto nella pelle!
C’è l’attesa, il leggere tutto ciò che viene pubblicato sull’argomento (polemiche incluse), il rituale di comprare TV Sorrisi e Canzoni la settimana prima del Festival e “studiare” testi, autori ed etichette dei pezzi in gara (rituale questo, ahimè, abbandonato per cause di forza maggiore e cioè la condizione di ormai-extracomunitaria che mi impedisce di procurarmi la rivista in terra straniera).
C’è – mesi prima – il toto-presentatore e poi il toto-vallette: meglio la bionda e la mora (come le Veline) oppure il minestrone (come quest’anno)?
Ci sono le trasmissioni televisive (ed ora anche i social) che non parlano d’altro, come se fosse un evento planetario tipo i Super Bowl o la notte degli Oscar; ci sono, in anteprima, i look delle star-di-casa-nostra – chi-veste-chi?
Quest’anno c’è pure il Cantante Mascherato, ma non quello della Carlucci bensì un tale che si fa chiamare Junior Cally e che io ignoro totalmente ma che evidentemente greggi di milioni di adolescenti ascoltano e seguono sulle varie piattaforme musicali.
Quest’anno poi, nella fattispecie, c’è Amadeus (per gli amici, Ama): de gustibus non disputandum est.
Ma era anche abbastanza prevedibile, la RAI fa sempre così: basta che ci sia un programma che fa ascolti e quel conduttore, poi, conduce Sanremo e addirittura, il più delle volte, fa anche il direttore artistico; che poi il programma sia sulla pesca dei salmoni in Norvegia o sullo sviluppo ecosostenibile piuttosto che un quiz di cultura generale a risposta multipla o un programma di cucina, non fa differenza. Quest’anno ci ritroviamo Amadeus ma avremmo potuto ritrovarci Luca Sardella se il suo programma “Sempre verde” avesse fatto più audience.
Qualche anno fa, a dirla tutta, Mamma Rai ha pure portato sul palco dell’Ariston Santa Maria Degli Ascolti De Filippi che è apparsa accanto all’Uomo della Lampada Carlo Conti (che del genio, ahinoi, non ha nulla) ad ore e date stabilite per un tempo limitato, come la Madonna a Medjugorje, e poi se n’è tornata a casa sua con un biglietto di sola andata, dopo aver fatto vedere di cosa era capace e che sì, Lei era una Signora e l’ambaradan di Viale Mazzini le faceva talmente pena, che aveva presenziato gratis.
Correva l’anno 2017. Ma da allora in poi Maria dei Miracoli, i primi dieci giorni di febbraio, è sempre rimasta comoda comoda a casa sua, a Cinecittà, a far la guerra all’ultimo spettatore alla finale del Festival: mentre su Rai Uno si aspettava la busta del vincitore, una sola, Maria apriva buste a go-go ricongiungendo famiglie spaccate, salvando matrimoni in crisi ed ospitando divi di Hollywood per carrambate senza fine, regalandoci sessioni gratuite di “psicologia collettiva” (come sono state definite di recente).
Due facciate della tv nazional-popolare entrambe degne di nota. Due santi: SanRemo e Santa Maria. La tv dei miracoli, fatti o sperati.
Per l’anno prossimo propongo Carlo Cracco: con la sua travolgente simpatia porterebbe lo share del Festival alle stelle!
…Tanto poi al centro c’è sempre la musica, no?!
Tornando ad Amadeus, a me personalmente non sta né simpatico né antipatico, si trova in una terra di mezzo del gradimento, in un’area grigia che me lo rende del tutto indifferente. Come Carlo Conti, è uno scolaro diligente che fa il suo per portare a casa un risultato decente. He plays safe.
Mi pare uno che si affanna tanto per piacere a tutti i costi (e magari ci riesce pure, nonostante i siparietti e le gag talvolta imbarazzanti), col volto sempre teso e tiratissimo, strutturato a spigoli (il naso, gli zigomi, anche il pizzetto e quel che resta dei suoi capelli, tutto è a punta!). Ha un look questionabilissimo, sempre tutto lucido e luccicante come se gli dessero la cera prima di salire sul palco (ma su volto tirato e luccichii se lo giocava bene pure Baglioni, devo dire). E poi c’ha il profilo social in comune con la moglie: “giovanna_e_amadeus” con la specificazione “Unico profilo Instagram! Amadeus non ha un profilo tutto suo!” (perché – verrebbe da chiedere – non ce la fa?). Bah.
Quest’anno ha scelto come vallette (o “co-conduttrici”, come le chiama lui) uno schieramento di donne che non c’entrano niente tra loro: conduttrici di tg, modelle, la Signora dei Fornelli (al secolo Antonella Clerici), la Sempre-In-Forme Diletta Leotta; e ancora, per la serie Fidanzate-di: Georgina Rodriguez, fidanzata di Cristiano Ronaldo; e Francesca Sofia Novello, fidanzata di Valentino Rossi, quella che – per capirci “sa stare sempre un passo indietro” (e beata lei che ci riesce! Quelle che stanno un passo avanti, solitamente camminano da sole).
Ecco, non riesco a vedere l’amalgama, il legame, fatico ad immaginare come possano interagire ed assortirsi…mi viene in mente una pasta vongole e bottarga con melanzane, pecorino di fossa ed olio tartufato…non so cosa aspettarmi. E credo non lo sappia neppure Ama.
Secondo me semplicemente non ce la fa, al di là delle polemiche sterili o delle presunte gaffe…non ce la fa e basta. Questa cosa è più grande di lui e lo sanno tutti, se ne sono resi conto strada facendo anche quelli che lo hanno scelto; per questo, a due giorni dall’inizio della kermesse, è parso chiaro che a condurre il Festival sarà Fiorello mentre Amadeus sarà il settimo valletto.
Fiorello, che – ha detto – gli farà da badante (e infatti è vero), avrà la missione di tenere alti gli ascolti, di dare un po’ di smalto ad una edizione del Festival che altrimenti rimarrebbe opaca e sbiadita peggio di tante altre…nonostante Benigni e Tiziano Ferro che dovranno compensare l’uno il pessimismo cosmico dell’altro con la conseguenza che – come in algebra – il prodotto di due fattori discordi sarà negativo.
Quest’anno mi sembra tutto molto ibrido, si naviga a vista, si cerca di correggere il tiro in corso d’opera e gli obiettivi non sono chiari.
Meno male che al centro c’è sempre la musica!
Ma voi li conoscete tutti i cantanti in gara???Io al massimo tre o quattro, sarà pure che non sono più tanto gggiovane…
Comunque – mi dico – diamo fiducia a questo Festival, vediamo cosa succede stasera… “perché Sanremo è Sanremo!”
Oppure: perché Sanremo è Sanremo?
Non c’è una spiegazione razionale, Sanremo è come il Natale: quando arriva, arriva e tutto il resto si ferma, cessa di esistere.
E poco importa se c’è il Coronavirus, se negli Stati Uniti, in Iowa, ci sono le primarie per le elezioni del prossimo presidente; se c’è il primo strappo ai vertici delle Sardine (l’anno prossimo magari avremo gli Sgombri, chissà); se Lady Gaga ha un nuovo fidanzato che non è Bradley_Figo_Cooper: tutte le prime pagine (anche virtuali) dei quotidiani nazionali parlano del Festival tra le prime notizie in evidenza e questo è un dato di fatto. E così ne parleremo anche noi per i prossimi dieci giorni.
Ed anche se c’è Amadeus piuttosto che Luca Sardella (ma anche se ci fosse Carlo Cracco!) io sono ugualmente in fermento e questa settimana non ce n’è per nessuno: niente serie TV su Netflix, niente cene elaborate o #Vegabruary: solo pizza, birra e patatine anche per mia figlia di un anno, per non perdere tempo in cucina; niente libro prima di andare a dormire perché di fatto a dormire non ci andrò!
Diventerò tutt’uno col divano, se cambierò stanza mi porterò dietro l’I-pad, anche in bagno mentre mi lavo i denti; alla fine di ogni puntata, alle ore 100.000 di notte, mi metterò degli stecchini negli occhi per guardare il Dopo Festival condotto da Tre–Non-So-Chi–Siano che finirà alle 4 del mattino (meno male che qui a Londra siamo un’ora indietro); e così via fino a sabato.
Ogni giorno commenterò con amici e famiglia, via WhatsApp o al telefono, la puntata della sera prima: che le canzoni non mi sono piaciute, che Amadeus non lo sopporto, che le vallette sono vestite male, che di qua e di là…; leggerò tutto il leggibile sull’argomento e la sera stessa mi piazzerò a guardare la nuova puntata per essere sempre “sul pezzo” (mai in questo contesto locuzione fu più opportuna).
E adesso scusate ma mancano “solo” sei ore e devo prepararmi psicologicamente.
…Perché Sanremo è Sanremo! Pa-ra-rà!
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Bravissima!!!!
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