#6 – Invettiva contro il “Pensierino”

Come salvarsi ed evitare la stitichezza emotiva

<Hai già preso I pensierini per Natale?

Questa è la domanda più ricorrente nelle ultime settimane. La frenesia degli acquisti, lo stress di non dimenticare nessuno senza, tuttavia, andare in bancarotta. E’ così che nasce il concetto di “Pensierino”: un piccolo pensiero, un micro-pensiero, un presente simbolico, un piccolo dono che ha la funzione-base di un ti-ho-pensato…a cui aggiungerei…il-minimo-indispensabile…e…per-non-dimenticarti-del-tutto

Si tratta solitamente di un regalino low cost, quasi sempre di nessuna utilità, a cui si accompagnano bigliettini d’auguri melensi, quasi a volerne accrescere il valore. Alcuni esempi?

  • Segnalibro di carta – costo: 0.50 euro – bigliettino: <Un piccolo pensiero: l’ho visto ed ho immediatamente pensato a te! Così ogni volta che leggerai un libro penserai anche tu a me in ogni pagina! Ti voglio bene! Buon Natale!>.

Osservazione: il segnalibro è talmente piccolo e sottile che finirà per perdersi nella carta da regalo con cui è stato incartato; e quindi probabilmente finirà per errore nella spazzatura; e quindi non lo userò mai e quindi non penserò mai a te. Potevi avere un pensiero più grande se davvero volevi che a mia volta ti pensassi. 

  • Tovaglia per tavolo quadrato con fantasia ad ottagoni viola – costo: variabile (a meno che non sia di VersaceArmani Casa). Bigliettino: <Buon Natale cara! Così mi penserai ogni volta che mangerai qualcosa di buono!>

Osservazione: ma sei sicura che il motivo ottagonale sui toni del viola mi piaccia? No, dico, se davvero sei amica mia e mi conosci, ti risulta che io possa mettere sulla mia tavola (peraltro rotonda!) una roba del genere mentre consumo lasagne e polpette al sugo? Cioè, ti sembra che io sia una tipa new age o una sorta di pioniera del famolo strano alimentare? Ti spiego io cosa è successo: al mercato di rione che fanno il giovedì sotto casa tua, hai trovato quest’opera d’arte contemporanea in offerta a 5 euro per svariati motivi, tra cui il tessuto simile alla carta vetrata ed, ovviamente, la fantasia. In altre parole, non la voleva nessuno (infatti puzza di naftalina) e hai pensato bene di prenderla tu per fare un “pensierino” utile e – a parer tuo – originale ed intelligente. Sappi, amica mia, che non la userò mai. Perché io sono una very old age che ancora predilige le tovaglie di cotone tinta unita che le compra la mamma perché fanno tanto casa e profumano di bucato. Ti ringrazio lo stesso, ma potevi reinvestire quei 5 euro in qualcos’altro. 

Quando poi a farti il “pensierino” è tuo marito…lì allora diventi una bestia!<…Ma scusa, perchè te la prendi tantoNon ti facevo una così materiale!!> 

Cosaaaaa??? Materiale a chi?!? Dopo che ho vagato prima nella metropoli e poi nel web per cercare il profumo al Black Tea che ti piaceva tanto; sono andata con la panza di nove mesi a sceglierti il cappotto che volevi dall’altra parte della città; ti porto regolarmente a cena fuori (perché sono una donna moderna, almeno come la rivista!); mi preoccupo di riempirti il frigorifero di vivande e il bagno di carta igienica (senza che tu neppure te ne renda conto!); faccio il turno di giorno e quello di notte con la prole oltre ad andare al lavoro in media otto ore al giorno; mi preoccupo della cena (checché tu ne possa pensare – anche se non preparo piatti elaborati abbastanza per il tuo palato finissimo!); devolvo tre quarti del mio stipendio in beneficenza per spese familiari ecc, ho una ricrescita lunga la metà della lunghezza dei capelli perché non ho tempo di andare dal parrucchiere…cioè tu quoque ti presenti col pensierino?? Cioè, tu, davvero hai il coraggio di presentarti con un voucher per una classe di cioccolato stampato in bianco e nero sbiaditi (che le cartucce della stampante stanno finendo e non le hai neppure ricomprate) un’ora prima della cena di Natale? 

<Ma il pensiero è quello che conta!> E appunto, dove sta il pensiero? Cosa c’entra con me una classe di cioccolato? Non mi potevi regalare una classe di scrittura creativa, per esempio? La verità è un’altra: pensierino (o anche pensiero, talvolta) è il nome che diamo ad un regalo che facciamo quando non abbiamo voglia di sbatterci più di tanto; e non dico in termini di soldi, ma proprio in termini di pensare se abbia un legame o meno con la persona a cui lo rivogliamo. Anzi, è proprio l’opposto: l’assenza di pensiero; perché non abbiamo tempo, perché non abbiamo voglia, perchè abbiamo altro da fare, perché siamo presi dalle nostre cose, ma soprattutto perché non abbiamo più bisogno di stupire. Ecco quale è la verità. Quindi ci puliamo la coscienza senza sforzo, giusto per fare qualcosa. 
Ma non ci rendiamo conto di quanto questa filosofia dell’indifferenza possa deludere, possa allontanare, possa ferire. 

Non serve un diamante o un viaggio alle Bahamas per essere felici. 

Ma di certo serve sapere che, se mi conosci, sai che non uso i segnalibri perché faccio un’orecchietta sulla pagina da cui devo riprendere a leggere; sai che il mio tavolo è tondo e quindi la tovaglia quadrata che mi hai regalato (a parte il discutibile motivo ottagonale e la scelta della palette di colori) non potrei usarla comunque; sai che forse avrei gradito di più una classe di pizza napoletana (perché sono di palato salato carboidratico e non dolce). 

Sai anche che ci rimarrò malissimo perché il tuo pensierino, nella sostanza, non è altro che un pensiero minore, un pensarmi ma non veramente, quindi un non-pensiero. E te lo potevi tranquillamente risparmiare (sempre per restare in tema di risparmio, che pare essere la questione principale). 

Perchè è risaputo che esiste una certa corrispondenza tra la ricchezza di sentimenti e di attenzioni e la generosità che ne consegue; come, al contrario, tra la stitichezza emotiva e la spilorceria.

Quindi, per concludere. Chi ti fa il “pensierino” non ti pensa abbastanza, va al risparmio anche delle emozioni, pertanto sarebbe meglio fosse onesto con se stesso e con te, non pensandoti affatto. Io sono invece per chi non si risparmia prima di tutto nelle emozioni e nei sentimenti. Sono per chi si scervella e si strugge; per chi cerca il Regalo (chiamiamo le cose col proprio nome!) perfetto, quello che ha qualcosa a che fare con chi lo riceve, quello che porta in sé il senso del <questo è per te!> perché è qualcosa che ci appartiene veramente: il taccuino rosso a fogli bianchi che teniamo sempre nella borsa; un libro di Camilleri (ammesso che ce ne manchi qualcuno); il cd postumo di Leonard Cohen.  

Sono per chi, come me, ha sempre il conto in banca tra l’arancione e il rosso e tuttavia non fa i pensierini perché è bello pensare in grande qualcuno che si ama e pensare in grande anche se stessi con lui o lei.

Se quindi mi avete già preso un pensierino, piuttosto che pensarmi poco, dimenticatemi. 

Buon Natale!   

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