#3 – Pronome Indefinito

Brevi ed essenziali considerazioni (non generalizzate) sul correggersi per migliorare il rapporto con l’Altro – lucido #delirIO serale in chiave ontologico-meditativa

Ma allora, donne, spieghiamoci un po’ tra di noi che magari ci capiamo, visto che l’altro sesso non sembra essere in grado di farlo.

Mi dice una mia amica: <Ultimamente ho deciso di mettermi in discussione per cercare di migliorare, di evolvere nel rapporto, di “correggere” quei lati del mio carattere che “non vanno bene”, con la speranza che questo possa giovare al mio rapporto con l’Altro>.

Dicesi Altro – dal latino alter, pronome in-de-fi-nito!– (cito il Dizionario Olivettil’altro, uno dei due; nelle enumerazioni: il secondo, il successivo; oppure l’opposto, diverso, contrario; in espressioni negative: un altro, chiunque altro; il prossimo.

E già questo la dice lunga.

In sintesi: io, Donna, metto in discussione me stessa per “migliorarmi”, “correggermi” (dando per scontato che ci sia in me qualcosa di sbagliato), cosicchè questo possa giovare al mio rapporto con qualcuno che – by definition– è a me secondo, successivo, opposto, diverso, contrario e che potrebbe essere chiunque

Complimenti. E poi ci lamentiamo che “ci manca l’autostima”…

Nel frattempo l’Altro cosa fa? 

Vive. E vive bene, tranquillo e sereno, sicuro di sé, si sente un figo pazzesco anche se ha le spalle asimmetriche, i brufoli al naso come gli adolescenti, il setto nasale deviato, le orecchie alla Capitan Spock di Star Trek; si sente confident anche se non conosce la differenza tra un verbo e un avverbio…; e tutto questo solo perchè NOI lo abbiamo convinto che sia un essere unico al mondo, assolutamente desiderabile, l’uomo che ogni donna vorrebbe al suo fianco – noi per prime! – e infatti siamo stramaledettamente gelose che qualcuna lo possa anche solo guardare (cosa che, ad essere oggettive, poi, non è cosí improbabile che succeda…e però ci si interroga con oggettività su cosa la potenziale donna in questione stia guardando).

Tornando al nostro rapporto col Pronome Indefinito, già il fatto che vogliamo correggerci per compiacere qualcuno che viene secondo a noi ed è a noi opposto e contrario, rappresenta una contraddizione in termini. Cioè in altre parole, noi ci convinciamo che non andiamo bene, che abbiamo qualcosa che non va, perchè vogliamo a tutti i costi piacere ad Uno che con noi non ha niente a che fare. 

E quindi cosa facciamo? Ci snaturiamo, finiamo per farci violenza, ci sviliamo e invece di correggere il rapporto, finiamo per renderci conto che il rapporto non funziona, che il problema siamo comunque noi e diventiamo patetiche trentenni o quarantenni avvilite che divorano con trasporto decine di puntate di Sex and the City ogni settimana immaginando di essere un giorno donne indipendenti ed autonome, eppure al contempo sognando ancora di giocare a Carrie e Mr Big, come da piccole giocavamo con Barbie e Big Jeem.

Ma ci chiediamo perché il rapporto non funziona?

Perché non c’è rapporto – e d’altronde non ci può essere – proprio perché abbiamo a che fare con un’entità indefinita.

Allo stesso tempo, noi perdiamo la nostra definizione, alteriamo il nostro perimetro ed i nostri contorni svaniscono progressivamente per far posto ad un Pronome Indefinito, ad uno la cui definizione si realizza in negativo. Noi rinunciamo al nostro Essere, al nostro Daimon quello di socratica memoria, per lasciarci contaminare da un Non-Essere, da uno che ha un non-pensiero, da uno che con noi non-è-d’accordo (senza però essere in grado di argomentare o di sostenere una conversazione di senso compiuto); da uno che, se a noi piace fare le vacanze al mare, a lui non-piace-il-mare, punto. Da uno che se noi siamo troppo dipendenti da lui, eccchepppalle-non-mi-lasci-i-miei-spazi; se invece siamo indipendenti, allora non ce ne frega niente di lui. Da uno che se abbiamo un lavoro che non ci soddisfa, e-allora-perché-non-te-ne cerchi-un-altro invece di lamentarti sempre; e se invece siamo professionalmente realizzate, allora non-ti-vedo-come-la-donna-della-mia-vita-perché-pensi-solo-alla-carriera.

Vita?? La tua vita??? E in cosa consisterebbe la tua vita, Pronome Indefinito??

<Che se io non ti avessi raccolto dalla strada forse saresti finito a fare il politico di paese nel Movimento 5 Stelle o – peggio ancora – ad ammorbare la vita di qualcun’altra! Pensa come sono stata magnanima io e fortunata lei!

Che poi la tua “vita” ti stia dando, invece, discrete soddisfazioni e tu ti senta un figo spaziale (nel senso startrekiano dianzi precisato), è solo perché io ti ho dato un senso che non ti appartiene. E nel frattempo ho smarrito il mio perché ero troppo impegnata a starti dietro>.

Questo è come si è evoluto il rapporto (e qui andrei di emoticon smile).

Quindi bacia a terra, Pronome Indefinito! Ma considera che la pacchia è finita.

Queste sono solo poche brevi ed essenziali considerazioni sul correggersi per migliorare il rapporto con l’Altro. Tenetele bene a mente.

Prossimamente ci occuperemo invece, di quello che succede, quando si ha a che fare con un Uomo. Ma quella è tutta un’altra storia.

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